Quella che ero prima. The way I used to be by Amber Smith

Quella che ero prima. The way I used to be by Amber Smith

autore:Amber Smith [Smith, Amber]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SPERLING & KUPFER
pubblicato: 2024-02-23T12:00:00+00:00


Un attimo dopo, apro gli occhi e Mara mi sta scuotendo la spalla. Alex è in piedi dietro di lei e le loro voci si confondono e dicono: «Svegliati! Alzati! Alzati!»

«Amico, alzati, Troy!» grida lui.

«Edy, sono le tre del mattino, dobbiamo andarcene da qui!»

«Oh, cavolo» borbotta Troy, spostando il braccio da dietro il mio collo.

Mi alzo lentamente dalle braccia di questo perfetto sconosciuto. «Che cosa è successo?»

«Ci siamo addormentati tutti» risponde Mara. «Ora dobbiamo sbrigarci a tornare a casa, prima di finire agli arresti domiciliari fino a ventuno anni!» grida, tirandomi il braccio.

Ci affrettiamo a raccogliere tutte le nostre cose e corriamo giù per le scale e attraverso i ponti, tenendo le scarpe in mano.

«Oddioddioddioddioddio» mormora Mara sottovoce per tutto il tragitto verso la macchina.

«Ciao!» sento dire dai ragazzi alle nostre spalle.

«Siamo proprio fottute!» urla Mara una volta salite in macchina.

«Okay, calmati. C’è una bugia perfettamente valida che può spiegare tutto. Pensiamo solo a questo. Hai detto che avresti dormito a casa mia. Io ho detto che avrei dormito a casa tua. Cambio di programma. Invece siamo andate a casa di Megan.»

«Chi è Megan?» grida mentre usciamo dal parcheggio.

«Non importa» le dico, con la mente che gira a mille. «Siamo rimaste alzate fino a tardi e ci stavamo divertendo tutte finché non ha iniziato a essere cattiva, abbiamo litigato e ce ne siamo andate. Ecco perché torniamo a casa nel cuore della notte. Vedi? Non siamo fottute, okay?»

«Pensi che funzionerà?» chiede freneticamente.

«Sì. Reggi il gioco e comportati come se fosse la verità. Ricordi quanto sei stata brava con il ragazzo della stazione di servizio?»

«Ah-ah» mormora lei, con l’aria di chi sta per piangere.

«È la stessa cosa. Solo che è più facile, perché i miei genitori credono a tutto. Fidati di me» le assicuro.

Arriviamo a casa mia in soli undici minuti. Entriamo dalla porta d’ingresso in punta di piedi e ci fermiamo ad ascoltare qualsiasi segnale che indichi che siamo state scoperte. Chiudo silenziosamente la porta dietro di noi e ci dirigiamo verso la mia camera da letto il più velocemente possibile. Premo con delicatezza la mano contro la porta, in modo che si chiuda. Mi volto verso Mara, che è in piedi al centro della camera con le mani alzate e la bocca aperta.

«Ce l’abbiamo fatta sul serio?» chiede lentamente, facendo un sorriso e afferrando entrambe le mie mani nelle sue.

«Penso proprio che ce l’abbiamo fatta!» sussurro di rimando.

«Porca miseriaccia!» strilla lei, saltando su e giù.

«Shh-shh» dico, ridendo silenziosamente.

Ci cambiamo e indossiamo il pigiama. Srotolo il sacco a pelo sul pavimento mentre Mara sale sul mio letto. Mi sdraio e faccio un respiro profondo.

«Siamo proprio toste, te ne rendi conto, vero?» sussurra Mara.

Mi accorgo di stare sorridendo. «Buonanotte.»



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